Rassegna Stampa
Bonus Irpef per i corsisti Mg, Zonno: successo per Fimmg Formazione
06/05/2014
«Lo avevo detto: il bonus di 80euro del governo andrà anche ai medici corsisti di medicina generale. Lo conferma l’Agenzia delle entrate»: Con questo tweet il ministro della Salute Lorenzin ha risposto ai 17.726 inviati dai giovani camici bianchi, che avevano digitato gli hashtag proposti da Fimmg Formazione per rivendicare il diritto dei corsisti Mg a ricevere il bonus Irpef decretato da Renzi. «Era una cosa dovuta, – ribadisce soddisfatta la coordinatrice nazionale di Fimmg Formazione Giulia Zonno – la nostra borsa è già più bassa e, a differenza di quelle di specializzandi e dottorandi, non è esente Irpef, quindi è naturale che il bonus dovesse esserci riconosciuto, ma il testo del provvedimento era ambiguo e quindi abbiamo dovuto premere perché venisse fatta chiarezza». I futuri medici di famiglia ritengono che altre penalizzazioni debbano ancora essere rimosse: «Stiamo aspettando che si adegui la borsa al tasso di inflazione, visto che l’ultimo adeguamento risale al 2006; chiediamo inoltre, durante il corso, di poter svolgere lavori retribuiti nel Ssn. Come il riconoscimento degli 80 euro (che poi, secondo i nostri calcoli, saranno solo 54), le nostre richieste vanno nella direzione di poterci formare senza dipendere dalle famiglie, siamo tutti professionisti che vivono una pesante situazione di mancanza di indipendenza economica».
La speranza è che queste esigenze trovino una soluzione all’interno del Patto per la salute che, spiega Zonno, «dovrebbe recepire il decreto Balduzzi e definire le attività personalizzanti; nel Patto dovrà poi fatto un rimando al contratto di categoria, in modo che queste attività vengano normate alla luce della nuova riorganizzazione della medicina generale».
Un’altra delle proposte di Fimmg Formazione è lanciata dall’hashtag #accessorapido: «Dopo il diploma c’è un anno di tempo, necessario per la pubblicazione delle graduatorie, in cui siamo sostanzialmente fuori dal sistema; chiediamo di abbreviare quel tempo morto per poterci inserire subito nel mondo lavorativo, almeno laddove c’è carenza di professionisti, come avviene in molte Regioni».