Test Medicina. Milillo (Fimmg): “No a improvvisazioni. Senza attenta programmazione rimedio peggiore del male”

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Test Medicina. Milillo (Fimmg): “No a improvvisazioni. Senza attenta programmazione rimedio peggiore del male”

22/05/2014


Così il segretario nazionale della Federazione ha commentato la proposta del ministro Giannini di abolire il test lasciando il primo anno aperto a tutti per poi selezionare sulla base dei risultati ottenuti e dei meriti. “L’Università deve focalizzare la sua attività sui bisogni di formazione della nazione e non sulle proprie esigenze”.

“La proposta del ministro dell’Università e Ricerca Stefania Giannini rischia di trasformarsi in un rimedio peggiore del male. Se adottata senza un’attenta programmazione del corso di laurea in medicina e della formazione post laurea porterebbe a uno sperpero di risorse per la collettività e per le famiglie degli studenti, senza contare le frustrazioni e delusioni per i numerosi aspiranti medici”. E’ quanto ha dichiarato il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo, in merito alle nuove regole di accesso alla facoltà di Medicina annunciate dal ministro.

“Come l’organizzazione del Sistema sanitario deve essere incentrata sulla tutela della salute dei cittadini, e non sugli interessi degli operatori, così l’Università deve focalizzare la sua attività sui bisogni di formazione della nazione e non sulle proprie esigenze – ha sottolineato Milillo – L’adozione del modello francese sposterebbe tutto il carico economico sui contribuenti e sulle famiglie immettendo nel sistema universitario un’ondata di risorse economiche che finirebbero sprecate. Gli stessi universitari peraltro ammettono che, con quel tipo di impostazione, non sarebbero in grado di garantire un’adeguata qualità e attenzione. Ritengo che una decisione così importante e delicata – ha concluso il segretario nazionale Fimmg – non possa essere presa dal Miur in modo autoreferenziale, ma debba scaturire da una riflessione congiunta con il Ministero della Salute, le Regioni, gli Ordini e chi rappresenta la professione, compresi i medici in formazione”.

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