Rassegna Stampa
Triennio Mmg, c’è il bando. Sulla graduatoria unica sindacati divisi
24/04/2015
Gli aspiranti medici di famiglia si dividono ancora. All’indomani dell’uscita del bando che mette a concorso nelle regioni un migliaio di posti per il triennio di formazione 2015-18 a far discutere è la prova d’ingresso in programma il 16 settembre prossimo, con il “dopo”. Lo Smi sostiene una graduatoria unica nazionale com’è per gli specializzandi, la Fimmg preferisce le attuali graduatorie regionali. Il bando è sulla gazzetta ufficiale IV serie speciale concorsi ed esami (n. 31, del 21 aprile). Da martedì scorso al 21 maggio si potranno inviare le domande di partecipazione al test che avverrà nelle sedi regionali. Sulle graduatorie pende però una sentenza che il Consiglio di Stato pronuncerà il 29 aprile. I massimi giudici amministrativi hanno concesso la sospensiva del provvedimento che in Sicilia tiene fuori 25 laureati che lo scorso settembre non avevano passato il test d’ammissione al triennio 2014-2017, e altre ne han concesse su numeri più piccoli (in Lazio il 3 aprile scorso, VI sezione). Pina Onotri segretario Smi ha scritto al ministro della Salute sottolineando che una graduatoria unica nazionale “permetterebbe al Corso di avvicinarsi in parte agli standard europei e ad una Specializzazione in Medicina generale”. Spiega per Smi formazione il coordinatore Massimiliano Lucarelli: «Gli avvocati dei ricorrenti hanno posto un problema di equità. I posti a bando nelle regioni sono già commisurati alle carenze in medicina generale. Ma bisognerebbe vedere come si determinano queste carenze. Sulla scia dei presunti fabbisogni può avvenire che in una grande regione siano messi a bando meno posti che in una regione più piccola. Su questa stessa base può quindi passare nella piccola regione un collega con un punteggio più basso di un altro collega scartato nella grande regione, dove il rapporto candidati-posti è “svantaggioso”. Il Consiglio di stato con la sua sospensiva ammette che il problema va esaminato. Se la sentenza definitiva desse ragione ai ricorrenti, arriveranno altri ricorsi, altre ammissioni, meno certezze per tutti a causa della frammentarietà esistente e delle borse regionali. Con una graduatoria nazionale, quale quella attivata l’anno scorso per gli specializzandi, magari per frequentare le lezioni si viaggerebbe di più, ma non ci sarebbero i citati problemi di equità; e finalmente ci allineeremmo al resto d’Europa». Replica Giuliana Arciello Segretario Fimmg formazione: «Occorrerà aspettare la sentenza di merito del Consiglio di Stato prima di dire se ci sono problemi nella “regionalizzazione” del triennio di Mg. Posso però dire che, quando facciamo il test, partecipiamo a un concorso, e ne conosciamo le regole, sappiamo che possono presentarsi tanti contendenti a fronte di un numero di posti che è noto. Quanto alla graduatoria nazionale mi chiedo: come vive con una borsa di 900 euro mensili un collega che, sotto punteggio nella sua regione, deve fare i bagagli, e vivere e lavorare in una nuova città? Come progetta un’attività che invece lo vedrà probabilmente impegnato nella regione di provenienza? Prima di pensare alla graduatoria unica è comunque prioritario incrementare la borsa magari con la possibilità di svolgere attività territoriali programmate. Solo un corso regionale infine può rispettare i bisogni di una programmazione dei posti capillare, ancorata ai fabbisogni». Quanto al nuovo bando, l’attesa è ora per la data del test. «L’anno scorso s’è svolto a settembre, quello degli specializzandi a fine ottobre. Così chi ha vinto entrambi i test, dopo essere entrato al corso di medicina generale lo ha lasciato per accedere al più ricco contratto specializzandi, e solo un intervento in extremis di Fimmg ha consentito di far scorrere le graduatorie fino al riempimento dei posti vacanti. Quest’anno sarebbe bene che gli specializzandi arrivassero prima».