Rassegna Stampa
Zonno (Fimmg Formazione): per i medici delle scuole di Mg assegni al limite della povertà
08/05/2012
Presidi nelle principali sedi degli Ordini dei medici, picchetti davanti ai palazzi delle Regioni e poi una serie di iniziative a sorpresa e dall’effetto volutamente eclatante, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica. Eccolo il programma di quei “100 giorni di lotta” che Fimmg Formazione ha proclamato venerdì scorso per richiamare l’attenzione sulle condizioni dei medici che studiano nelle scuole di Formazione Specifica in Mg. «Sappiamo di non poter contare sul numero perché in tutta Italia la categoria non supera i 2.500 medici» ammette con sincerità Giulia Zonno, vice-coordinatrice nazionale di Fimmg Formazione «e allora ci arrangiamo con l’originalità e la fantasia, suppliremo al numero con il clamore».
Gli obiettivi di questa lotta sindacale?
Innanzitutto informare: quando è esploso il dibattito sulla tassazione delle borse di studio, abbiamo dovuto constatare che la realtà dei medici delle scuole triennale di Mg è ignota a gran parte delle istituzioni. Al netto, prendiamo assegni che non solo non bastano a mantenere una famiglia, ma addirittura rasentano il limite fissato per le soglie di povertà, considerando i costi fissi della professione.
Ed ecco allora la richiesta di un’equiparazione con gli specializzandi…
Sì: noi su quegli assegni paghiamo Irpef e addizionali regionali, fino a qualche tempo fa anche l’Irap ma poi per fortuna è stata tolta. Ma non basta: vorremmo anche un più equo trattamento economico, il riconoscimento di maternità e malattia, la riqualificazione del corso di formazione e la definizione chiara delle attività professionali compatibili.
In che senso?
Oggi i medici delle scuole di Mg possono svolgere nel corso del triennio alcune attività come sostituzioni o guardia medica. Visto l’impegno a tempo pieno del corso, non sempre è possibile sostituire i medici di famiglia. Più agevoli le guardie mediche, ma il fatto è che in alcune Regioni la carenza di medici di Ca agevola l’accesso mentre in altre la sovrabbondanza ostacola. Vorremmo regole più chiare e minori differenze da Regione a Regione.