71^ GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA – 28 GENNAIO 2024
La Lebbra, scoperta da Hansen nel 1873, rappresenta il primo batterio ad essere direttamente collegato come causa di malattia negli esseri umani. Essa è causata dal Mycobacterium leprae e determina patologia principalmente a livello cutaneo e del sistema nervoso periferico
La lebbra torna a diffondersi. Nel mondo 174.087 nuovi casi nel 2022 (+23,8%), ma nessun allarme in Italia. Il rapporto Oms: il 5,9% dei nuovi casi ha riguardato i bambini. Il maggior numero di notifiche (aldulti e bambini) arrivano dal Sud est asiatico (71,4% dei nuovi casi), seguito dalla Regione Africana (12,6%) e dalle Americhe (12,3%), meno dell’1% dei casi dall’Europa. In IItalia, come si legge in un documento diffuso dall’Associazione Italiana Amici di Raoul Follerau, ogni anno nel nostro Paese si diagnosticano dai 6 ai 9 nuovi casi che si presentano come patologia di importazione. Ovvero, sono italiani che hanno soggiornato all’estero in Paesi dove la lebbra è endemica o migranti provenienti da questi Paesi.
Questo batterio cresce lentamente e può impiegare dai 10 ai 20 anni per manifestare i suoi sintomi. La lebbra non è una malattia altamente contagiosa e con diagnosi e gestione precoci l’infezione può essere curata. La probabilità che l’infezione da lebbra venga trasmessa ad altre persone è bassa, tuttavia risulta possibile in caso di contatti prolungati. Colpisce principalmente il sistema nervoso periferico, la pelle, gli occhi e altri tessuti del corpo come il sistema reticolo-endoteliale, le ossa e le articolazioni, le mucose, i muscoli, i testicoli e le ghiandole surrenali.
Nel 2000, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato che la lebbra era stata eliminata come problema di salute pubblica, con la prevalenza globale scesa al di sotto di un caso ogni 10.000 persone. Questo è stato il culmine di molti anni di identificazione e trattamento dei pazienti affetti da lebbra.
Se abbiamo eliminato la lebbra come problema di salute pubblica, perché dobbiamo ancora preoccuparci della Giornata mondiale della lebbra? Ebbene, in primo luogo, l’obiettivo per l’eliminazione della lebbra (meno di 1 su 10.000 di prevalenza) è stato scelto sulla base dell’osservazione che a questo punto una malattia sembrerebbe spesso scomparire da una comunità. Tuttavia, è diventato presto chiaro che il rischio di trasmissione di malattie potrebbe ancora persistere. E questo ha preoccupato gli epidemiologi. Certo, anche se la lebbra non ha più un grande impatto sulla comunità italiana ci sono ancora circa 210.000 nuovi casi diagnosticati in tutto il mondo. La lebbra colpisce ancora persone in oltre 100 paesi e rimane una delle principali cause di danno ai nervi a lungo termine in tutto il mondo.
Il cammino verso un mondo senza lebbra è lungo e presuppone diversi obiettivi da raggiungere attraverso un lavoro costante e collettivo. È necessario interrompere la catena di trasmissione della malattia, prevenire le disabilità causate dalla malattia, promuovere e sostenere l’inclusione sociale delle persone colpite, eliminando le barriere politiche, sociali e culturali; inoltre, la lotta contro lo stigma legato alla lebbra rappresenta una priorità per l’OMS. Di contro è evidente come il calo dei nuovi casi annuali è progressivo, ma ancora troppo lento rispetto a quanto previsto e, come atteso, in aumento dopo la pandemia da Covid-19.
Sintomi e prevenzione
- Sintomi comuni: Rinorrea; Cuoio capelluto secco; Problemi agli occhi; Debolezza muscolare; alterazione del linguaggio.
- Sintomi delle mucose: Congestione nasale; epistassi.
- Lesioni cutanee: Noduli cutanei; ulcere indolori ai piedi; tumefazioni indolori sul viso o sui lobi delle orecchie; macchie cutanee ipocromiche; pelle ispessita, rigida o secca.
- Sintomi da interessamento del Sistema Nervoso Periferico: Intorpidimento della pelle nelle regioni colpite; debolezza muscolare o paralisi delle mani e dei piedi; nervi ingrossati; cecità.
Se non trattata, può dare origine a sintomi gravi: paralisi dei piedi e delle mani riassorbimento osseo che causa l’accorciamento delle dita dei piedi e delle mani; ulcere sulla pianta dei piedi che non guariscono; cecità; caduta delle ciglia e/o sopracciglia; deturpazione del naso; sensazione di bruciore della pelle; attorno all’area interessata si notano arrossamento e dolore; nevralgia.
Nonostante il contagio interumano è poco probabile, la migliore prevenzione consiste nell’evitare contatti stretti e prolungati con i soggetti affetti da lebbra in fase attiva e non trattata. La vaccinazione con il vaccino contenente il Bacillo di Calmette-Guérin (BCG) è parzialmente efficace.
Schema riassuntivo sulla pagina instagram FIMMG inFORMAZIONE: Lebbra
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