Rassegna Stampa
Formazione in medicina generale. Fimmg: “Incomprensibile riduzione corsisti”
17/04/2013
Il sindacato denuncia come i numeri mostrano una riduzione sconfortante e assolutamente in contrasto con la pianificazione delle esigenze della medicina territoriale. Scotti: “Forse qualcuno, piuttosto che ridurre, potrebbe pensare ad investire, se non in numero, almeno in motivazione sui giovani medici”.
Con la pubblicazione del bando di concorso del Lazio per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale si completano a livello nazionale i contingenti numerici per il triennio 2013/2016.
“Denunciamo un dato di riduzione sconfortante e assolutamente in contrasto con la pianificazione delle esigenze della medicina territoriale – afferma Silvestro Scotti, vice segretario nazionale della Fimmg – un dato in assoluta antitesi con le oramai assidue grida d’allarme provenienti da diverse parti del Paese che lamentano continuamente difficoltà alla copertura di ambiti di medicina generale per insufficienza dei medici”.
“Se si considerano i dati dell’anno scorso si assiste ad un calo del 5,8% dei medici – dichiara Carlo Curatola, coordinatore di Fimmg Formazione Emilia Romagna, che ha condotto il monitoraggio dei bandi di concorso – passando, dunque, da un contingente di corsisti composto da 981 unità distribuite sul territorio nazionale disponibili per il triennio 2012/2015, a un contingente di 924 arruolabile per il triennio 2013/2016. Ma è scorporando i numeri e indicizzandoli regione per regione, che il quadro si fa allarmante, infatti, si scopre che la Sicilia subisce un taglio netto del 50% dei corsisti (da 100 a 50), il Friuli Venezia Giulia un taglio del 20% ( da 25 a 20) e l’Emilia Romagna una riduzione del 17,64% (da 85 a 60). Va inoltre aggiunto che ogni anno il tasso di abbandono è di circa il 10% sul livello italiano con picchi in alcune regioni anche del 30%.”
L’analisi mette in mostra un contrasto inconfutabile con i numeri dell’Enpam che dimostrano, nei prossimi 5-10 anni, dal 35% al 50% di pensionamento dei medici attualmente in attività, rendendo necessario un ingresso dai 15.000 ai 30.000 medici nel sistema della Medicina Generale.
“Se poi analizziamo i finanziamenti del FSN ci accorgiamo – specifica il vicesegretario Scotti – che la somma destinata alle regioni in maniera finalizzata alla formazione in medicina generale non cambia, lasciando il sospetto che la riduzione di spesa per le borse di studio, piuttosto che essere utilizzate per aumenti di numero dei partecipanti o per il miglioramento retributivo e fiscale della borsa di studio, verrebbero utilizzate per i costi gestionali e organizzativi del Corso stesso. Forse qualcuno, piuttosto che ridurre, potrebbe pensare ad investire, se non in numero, almeno in motivazione sui giovani medici. Si potrebbe utilizzare la riduzione di spesa per migliorare la condizione retributiva del Corso: la borsa, oltre che essere la metà rispetto a quella erogata per le specializzazioni e diversamente da queste anche tassata, potrebbe almeno essere adeguata ai tassi d’inflazione degli ultimi anni, adeguamento non più applicato dal 2007 (DM 13 aprile 2007, Livia Turco)”.