Rassegna Stampa
Tirocinanti nelle Uccp, Patto salute disegna la svolta per futuri Mmg
04/07/2014
I medici tirocinanti potranno svolgere attività integrative della borsa di studio lavorando a fianco dei futuri colleghi medici di famiglia e di continuità assistenziale: una svolta epocale prevista nel Patto per la salute e rimarcata da Silvestro Scotti, vicesegretario nazionale del sindacato Fimmg. «L’ultima versione del patto prevede che nel processo formativo dei futuri mmg siano inseriti moduli di attività nelle diverse funzioni da svolgere nelle aggregazioni funzionali territoriali e nelle unità complesse multi professionali di cure primarie, coerenti con il programma formativo. Avendo vissuto (18 anni fa ndr) il momento storico in cui ai tirocinanti furono assegnati 7,2 punti in graduatoria ritengo che questo, ove fosse rispettato nel nuovo accordo nazionale, sia il passo chiave verso l’integrazione dei giovani colleghi: allora si decise che avevano priorità nell’accesso alla professione, oggi si decide che “sono nella professione”, ed entrano in un percorso di carriera in continuità con quello formativo». L’articolo 5 del Patto prevede inoltre che a individuare i criteri organizzativi ed economici con cui impiegare i futuri mmg non siano le regioni motu proprio ma gli accordi –nazionale e regionali – contrattati con i medici di famiglia. «E’ una notizia molto buona – commenta Giulia Zonno segretario Fimmg Formazione – da una parte le regioni potranno disporre autonomamente di risorse per organizzare queste attività, dall’altra, una volta ripreso in convenzione, questo dispositivo ci permetterà da una parte di integrare la borsa da 850-900 euro lordi e dall’altra di inserirci nel sistema delle cure primarie a pieno titolo. Vuol dire molto. Oggi finiti i tre anni di formazione dobbiamo “bussare” per mettere le nostre competenze a disposizione del Ssn, domani saremo nel servizio ed avremo un vero e proprio contratto alla stregua degli specializzandi, diviso in due parti: la borsa che remunera l’attività oggetto di formazione pura e la quota che remunera le attività territoriali integrative». C’è infine nell’articolo 5 comma 14 un terzo punto importante, la possibilità per il medico che si forma in una regione di espletare le attività integrative anche nel territorio di un’altra regione. «Questa norma favorisce la crescita professionale poiché consente al tirocinante di acquisire i plus organizzativi delle regioni più avanzate o che più richiedono l’apporto di attività della medicina generale», dice Zonno, la quale spera che «in prospettiva lo svolgimento di queste attività sia riconosciuto dal punto di vista curriculare».
Mauro Miserendino